1925, 27 gennaio:
Nasce un bambino, biondo e riccioluto
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Peppe, al secolo Giuseppe Gasparrini. E' il primogenito di Antonio Gasparrini e Albertina Strappini. Seguiranno i fratelli Fulvia (1929), Lina (1935) e Mario (1939).
1937:
Passa l'infanzia coccolato sia dalla mamma Birtina che dalla giovane zia Nine', l'ultima delle sorelle di Antonio non ancora sposata.
A 12 anni ero gia' in bottega.
In effetti i Gasparrini, falegnami da generazioni, a quell'eta' cominciano ad imparare il mestiere.
Faranno di tutto per togliergli il"vizio" di essere mancino, persino legargli il braccio sinistro ad una finestra e fargli piantare chiodi con la destra. Ma, se con la mano destra imparo' a scrivere, martello e coltello saranno sempre usati con la sinistra.
1940:
Suona, ad orecchio, il clarinetto e il sax contralto nella banda cittadina. Il maestro di fisarmonica FilÌ (che di giorno fa il ciabattino) gli fornisce una tastiera disegnata su un pezzo di legno. E così Peppe prende confidenza con i tasti di uno strumento che non possiede. A dispetto della carenza di mezzi, l'attrazione per la musica cresce di giorno in giorno.
1944:
a quasi vent'anni andai in montagna a fare la guerra con la resistenza
Scappa dall'arruolamento fascista e fa il partigiano. Prima gia' portava i messaggi per l'amico del padre Armando Palanca ora va in montagna:
Frontale, Poggio San Vicino, Poggio San Romualdo, Porcarella, Ponte del Bachero, ecc...
Al Ponte del Bachero prima e nei pressi di Filottrano poi, sfugge alla morte per un soffio.
Finita la guerra si preparano le elezioni ma non potrà votare perchè ancora minorenne. All'epoca la maggiore eta' la si raggiungeva a 21 anni.
In piazza, l'ex Casa del Fascio, ora sede dell'UDI (Unione Donne Italiane) lo attirava come il miele le mosche, c'era un pianoforte! Quando era libero, lo suonava lui. Quando invece lo suonava il maggiore inglese, Peppe ascoltava per studiare gli arcani delle composizione di una canzone. Cercava insistentemente di imparare la musica per poter scrivere le sue canzoni.
I motivi che gli passano in mente lo "disturbano" e lo ossessionano. Riesce a liberarsene solo mettendoli sullo spartito.
Scrive Sospira un violino e Appignanesina.
Uno zio gli presta la propria fisarmonica e finalmente Peppe si puo' esercitare a casa.
Appena questi fa capire di rivolere indietro la fisarmonica Peppe decide di comprarsene una tutta per lui.
Si va a prestare i soldi da Sor Falconi, generoso possidente appignanese che spesso accetta di svolgere il ruolo di "cassa popolare", e lavorando come falegname con il padre restituisce tutta la somma.
1948:
Si iscrive alla S.I.A.E., conosce Ruccione che lo presenta a Cambi, l'editore che lo sosterrà nella sua carriera di compositore.
Tramite queste relazioni vedrà incise dai grandi dell'epoca alcune sue canzoni:
Nilla Pizzi canterà Qualche cosa nel mondo non va, Natalino Otto Il trenino dispettoso, Gino Latilla Un nido a Montparnasse e Marisa Brando Piccola città. E più di una volta le sue composizioni verranno trasmesse alla radio, all'epoca non ancora unificata, quindi Radio Trieste, Radio Bologna, Radio Roma, ecc...
1951:
Fonda un'orchestrina di cinque elementi, senza cantante.
Per risparmiare decidono di costruirsi il contrabbasso da soli, ma non sanno che per suonare il contrabbasso ha bisogno dell'anima. Lo scopriranno con un'operazione di spionaggio nei negozi di Macerata!
Da Filottrano ricevono un ingaggio ma serve una cantante. Peppe coinvolge la sorella Lina.
Da solo, con la sorella o con l'orchestrina viene chiamato per veglioni, feste dello "scartoccià", sagre, feste da ballo, ecc...
A piedi o in bicicletta fino a Cingoli. Con l'auto del servizio pubblico o con mezzi di fortuna. Per un sacco di grano ed un "capo d'uva", gratis o per un cachet di tutto rilievo,
Peppe suona, si fa conoscere ed apprezzare nei teatri e nelle sale da ballo di tutto il maceratese:
Cingoli, Caldarola, Pollenza, Treia, Macerata, Camerino, Porto Recanati, Tolentino, ecc... A Pollenza partecipa spesso anche nella formazione del gruppo locale, R5.
Nel 1952 e 1953, con Lina, inaugura l'inizio stagione all'Arena Gigli di Porto Recanati, poi suonano durante tutti i fine settimana estivi nella zona a nord del paese chiamata I Concimi.
Come compositore partecipa a vari festival nazionali di musica leggera:
Como con Angelina dimmi si;
Velletri con Il minuetto di mezzanotte cantata da Flo Sandon's e con Come te non ho amato nessuna;
La Spezia con Piccola città cantata da Marisa Brando.
Nizza Monferrato con Merci (ma chérie).
Trani con L'abito d'oro;
Nel 1954, al festival di Ancona la sorella Lina canta due suoi brani e vincono, Angelina dimmi si il primo premio e Ombra d'amore il secondo.
Quando non ha da suonare aiuta il padre nei lavori di falegnameria. Un ricco cliente jesino non paga un grande lavoro e Peppe per salvare la famiglia si procura un ingaggio ben remunerato.
Con la sorella e altri tre musicisti fanno la stagione estiva al Cavallino Rosso di Biella.
Oltre all'innovativo "sincopato", un po' di jazz e all'apprezzato repertorio afrocubano di Perez Prado, l'orchestrina suona sempre gli ultimi motivi ascoltati alla radio. Peppe con la sorella ascolta le trasmissioni dei vari festival. Lui trascrive subito la partitura musicale, la sorella annota il testo e la sera dopo possono suonare le ultime novità!
In questi anni, nonostante di alti e bassi economici, Peppe e dei suoi amici sono in preda alla voglia di vivere.
Ogni tanto vanno al cinema a Macerata, con il "mezzo pubblico". Per risparmiare sul prezzo del viaggio salgono in quanti più possibile nell'auto. I maceratesi si divertono a contarli scommettendo su quanti ne usciranno dalla macchina, 10, 11, anche 12!
Tutti insieme firmano una cambiale, la vanno a scontare in banca, affittano la macchina del servizio pubblico e vanno al ristorante Nettuno a Rimini.
Si mangiano tutto il pesce che il ristoratore puo' offrire, passano alle bistecche, poi svuotata la dispensa e buona parte della cantina risalgono in macchina. Chi con i piedi fuori dai finestrini, per rinfrescare i calli, chi vomitando tutto il pasto, chi cantando a squarciagola, si lasciano condurre a casa dall'autista, l'unico ancora sobrio.
1959:
Dopo anni di apprezzamento ma senza il successo sperato Peppe decide di cambiar vita.
Si innamora, dedica ad Emma la canzone Come te non ho amato nessuna e nel 1961 si sposano.
Nel frattempo, in società con altri due appignanesi fonda la BO.GA.VI. Una torneria in legno.
La marchesa Castellani gli regalerà un pianoforte perché non abbandoni la musica ma lui si concederà di suonarlo solo nei giorni di festa per timore di essere "ripreso" dalla sua passione.
1971:
Si mette in proprio e la TORNERIA GASPARRINI produrrà sedie per vari clienti italiani fra i quali spiccano Pallucco e Poltrona Frau.
In un periodo di crisi del settore Peppe si inventa sedie molto particolari e tenta i mercati internazionali: Singapore, New York, Los Angeles, Berlino, Parigi, ecc...
Nonostante il gradimento dei mobilieri di mezzo mondo le sue sedie non riescono a scacciare la crisi. Stanco della situazione nel 1986 vende tutto e si ritira dagli affari.
1987:
Il tarlo della sua passione inizia a roderlo di nuovo, ricomincia a scrivere musica.
Mancando dei suoi parolieri storici, Zepponi e Parrino, decide di farsi da solo anche i testi.
Istituisce l'appuntamento annuale delle Serate Settembrine, spettacolo di piazza cui partecipano tutti gli appignanesi desiderosi di esibirsi sul palcoscenico.
Per marcare il suo rientro sulla scena, Peppe presenta Tempi felici. Un apprezzatissimo spettacolo sulla vita appignanese della sua gioventù.
Riaperta la vena creativa, esplora i generi più vari, scrivendo per le balere Lucciola, per i bambini Illuminato lo scienziato e l'inno nazionale dei bocciofili Viva le bocce.
E
ancora, fra le tante, Chicago Boston New-York, per gli
amanti di quei dì
. Il blues-gregoriano
Santo Francesco. La
struggente storia del brigante appignanese Bellente...
Fra tutti prende il sopravvento il filone dialettaldemenziale. Dopo la Lambada de Pigna' Peppe scrive decine di canzoni scherzose ed originali diventando un fenomeno. Feste pubbliche e private, sagre e ristoranti, se lo contendono e lo gratificano con il loro apprezzamento.
Colmo della soddisfazione viene anche chiamato in TV: Rai 3, Rete 4, Canale 5 e All Music.
2005:
a fine gennaio un gruppo di amici-colleghi-fans organizza "Ottanta voja de..." uno spettacolo per il suo ottantesimo compleanno. Il teatro di Montemarciano risuona di tanti suoi motivi di tutti i generi, scritti in sessant'anni di carriera. Accompagnato da un'orchestra di molti elementi Peppe celebra la forza della sua inesauribile vena creativa.
Già malato lo scherzoso artista, e serio professionista, mantiene fede ai suoi impegni esibendosi fino ad agosto nello spettacolo Osceno scio' dei suoi figli putativi Mario e Neno.
2005, 28 dicembre:
Peppe muore dopo aver preparato il suo testamento musicale, Vita Mia ed un regalo per la nipotina Gaia, Il Disco Del Nonno.
Vita mia mi sei fuggita via, vita mia quanta malinconia